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Il 2 e il 3 giugno 1946 si tenne il referendum istituzionale, indetto a suffragio universale, con il quale gli italiani venivano chiamati alle urne per esprimersi su quale forma di governo, monarchia o repubblica, dare al Paese, in seguito alla caduta del fascismo.

Dopo 85 anni di regno, con 12.718.641 voti contro 10.718.502 l'Italia diventava repubblica e i monarchi di casa Savoia venivano esiliati.

Nelle elezioni politiche italiane del 2 giugno 1946 si votò anche per l'elezione di un' Assemblea Costituente cui sarebbe stato affidato il compito di redigere la nuova carta costituzionale.

 

Perche' le elezioni?

 

Terminata la seconda guerra mondiale, l'Italia si trovava economicamente e moralmente prostrata.

Il Comitato di Liberazione Nazionale (CLN), composto da tutte le forze antifasciste, si mantenne unito anche dopo la fine della guerra nella formazione del Governo Parri.

In questo governo erano riposte le speranze di poter attuare importanti riforme per superare il fascismo e avviare una nuova fase politica.

Alle speranze però non seguirono i fatti, poiché il governo cadde dopo soli cinque mesi nel dicembre del 1945.

 

Inoltre, si andava sempre più rafforzando il timore che la guerra civile contro il fascismo, si evolvesse in un'insurrezione popolare di stampo comunista.

Furono gli stessi maggiori esponenti della sinistra, Togliatti (PCI) e Nenni (PSIUP) a placare gli animi, convinti comunque che in una futura consultazione avrebbero avuto la maggioranza necessaria per soddisfare il proprio elettorato.

Era ormai chiaro, però, che la svolta politica non poteva non conseguire da elezioni democratiche.

Vennero quindi indette, per il 2 giugno 1946, le elezioni per l'Assemblea Costituente e il referendum sulla scelta tra monarchia e repubblica.

Nel frattempo il leader della Democrazia Cristiana, De Gasperi, fu incaricato di formare un nuovo governo, l'ultimo del Regno d'Italia, che ebbe il sostegno di tutto il CLN.

 


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